lunedì 31 dicembre 2007

L'ultimo salto

Un sipario di tristezza cala come un’ombra su tutto il caotico pensato. Le spalle volte al buio e gli occhi che si socchiudono di volto ad una vita che cupamente ha smesso di scalpitare. Non più ardimento, né tensione né slanci verso un futuro che non c’è ; non più nome, né vissuto, né appaganti costruzioni ; non più amici, né gioie né dolori né miseria dilagante; non più io, tu, loro, né passioni né amore; non più madre, padre, fratelli e sorelle, né tutto ciò che ci ha tenuto in vita e che ci ha dato un’identità; non più solitudine, né tristezza né ricerca di quella verità che ci avrebbe salvati; non più niente che ci ricordi ciò che siamo, e siamo stati.
Le spalle al vuoto ed il lasciarsi cadere in quel nulla che ci assorbe in se come una madre, ma che non è madre, ma solo nulla, e nulla più. Non più, durante la caduta, essenza individualizzata, né rinascita, né ascesi né particella di io che vorrebbe preservarsi; non più Sé, né divina anima, nè gaudente vittoria, ma solo il dubbio, profondo e buio dubbio e fine assoluta di ogni certezza.
Il triste sipario di tutto questo, ed un attimo dopo… il salto.
L’ultimo filo, sottile, che lega a ciò che forse si era,….. la fede. E niente più.
L’ultima speranza, non concessa, il divino riassorbimento,… e niente, niente più.
Un sipario di tristezza cala come un'ombra; non più arrivederci, ma il tempo soltanto... dell'ultimo addio.